Convivialità delle differenze
"Quello della pace è il discorso teologico più robusto e più serio che oggi si possa fare, perchè affonda le sue radici nel cuore del ministero trinitario".
Se infatti pace è "convivialità delle differenze", dobbiamo concludere che "pace" è la definizione più vera del mistero principale della nostra fede, in cui contempliamo tre Persone uguali e distinte che siedono attorno al banchetto dell'unica natura divina.
Di qui, il nostro compito storico di saper stare insieme a tavola. Non basta mangiare: pace vuol dire mangiare con gli altri.
Noi, popolo messianico o crismale, dobbiamo essere i ministri di questo convito. I sacerdoti della comunione, che introducono nella sala del banchetto gli ospiti diversi, ne favoriscono il dialogo e, una volta finito il servizio, seggono anch'essi a Mensa a conversare con gli altri.
Che cosa ci manca: la convivialità o la differenza? Lo stare insieme o la genialità pastorale? L'essere solidali attorno a un progetto comune o la fantasia di quegli originali percorsi alternativi che nascono dall'amore? Consumiamo pasti prelibati ma chiusi nei nostri bunker, o mangiamo, seppure attorno a un'unica tavola, ogni giorno pietanze uniformi e senza sapore? Ci stringiamo a tavola perchè gli altri stiano più comodi? O ci infastidisce ogni arrivo fuori orario? Spezziamo il pane di grano della comunione e mesciamo il vino della letizia, o serviamo le "erbe amare" del tradimento, con l'aceto del disprezzo e la mirra dell'indifferenza?
Sottotitolo | Omelie crismali |
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Autore | A. Bello |
Anno di pubblicazione | 2006 |
Pagine | 124 |
Collana | paginealtre paginealtre... i libri di don Tonino Bello |