Di buona lena
L’attività sportiva giovanile ha un unico, fondamentale soggetto: il ragazzo o la ragazza.
Tutto il resto ruota attorno.
L’allenatore non è il capo in testa ma una persona che decide, in maniera responsabile, di mettersi in relazione con il ragazzo o la ragazza per aiutarli a scoprire la propria realtà umana, sociale, esistenziale. Attraverso lo sport.
Ma nessuno può mettersi al “servizio” di un altro se non riesce ad “entrare” nel suo mondo. Un allenatore, insomma, prima che essere un bravo tecnico deve dimostrare di essere un bravo educatore, cioè un abile attivatore di relazioni profonde.
Non è facile, certo. La realtà sociale e culturale in cui i giovani maturano è molto più complessa di alcuni decenni fa. Oggi il gioco è quello della play-station e del motorino piuttosto che quello dello sport.
Eppure, lo sport non smette di sprigionare la sua irresistibile attrazione. Attraverso lo sport, il giovane sente di poter scoprire la propria persona nella profonda dimensione umana, morale e interiore.
Il gioco, così, diventa uno strumento attraverso cui si possono innescare molti processi che aiutano a definire l’identità, la relazione, il gruppo, la socialità, il senso della regola e della libertà, la tensione verso la spiritualità.
Ed ecco questo volume, denso ma agile, completo nelle informazioni tecniche ma anche stimolante nelle provocazioni pedagogiche, per quanti vogliono diventare dei buoni allenatori senza rinunciare ad essere anche dei buoni maestri.
Sottotitolo | Manuale per gli allenatori di squadre giovanili |
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Anno di pubblicazione | 2010 |
Pagine | 104 |
Collana | persport persport |