Il calcio
“Siamo bravi, abbiamo vinto 2 a 0!” oppure “siamo proprio scarsi, abbiamo perso 2 a 0!”.
Il giudizio sulla prestazione calcistica è determinato dal risultato finale. L’allenatore è infatti confermato oppure esonerato (e non solo in serie A) sulla base dei risultati che ottiene sul campo.
Il risultato è certamente una parte importante del gioco, ma esiste altro: la possibilità di crescere, sviluppare e formare la persona.
Per fare questo bisogna considerare gli elementi tecnici del calcio non più come semplici gesti motori, ma soprattutto come azioni dettate sia da esperienze motorie precedenti (aspetto funzionale) sia da aspetti relazionali ed educativi.
Ecco perché, come dimostrano ampiamente queste pagine, il fondamentale tecnico della disciplina deve essere considerato come espressione di una competenza o di una conoscenza motoria, ma anche come forma di espressione della persona: lo stop, il tiro, il dribbling, all’interno di una particolare situazione evidenziano la capacità cognitiva e relazionale del giocatore di analizzare la situazione, di trovare e realizzare una strategia in relazione a compagni, avversari, allenatore, ambiente e quindi di relazionarsi con tutti questi fattori controllando le proprie emozioni.
Tale processo non avviene per default, ma solamente quando abbiamo un’elaborazione di quel vissuto che proprio l’allenatore ha il compito di stimolare ed aiutare.
Non di sola tecnica vive l’allenatore, se vuole che lo sport divenga strumento di crescita e di espressione della persona.
Sottotitolo | Oltre il gesto tecnico |
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Autore | S. Faletti |
Anno di pubblicazione | 2010 |
Pagine | 152 |
Collana | persport persport |