Mettiamoci in cerchio
Diciamolo pure. Pensiamo un po’ tutti che in ogni evento vi sia chi ha ragione e chi ha torto.
Ci meravigliamo che le differenze producano equivoci, ambiguità, distorsioni nella comunicazione e conseguentemente conflitti.
Il conflitto, invece, è indicatore di movimento, di emozione, in poche parole di vita.
Senza dubbio esistono conflitti inutili, e in effetti molti dei litigi fanno parte di questa categoria, ma dovremmo ridare cittadinanza ai conflitti, come occasioni di chiarimento, cura delle relazioni, scoperta di nuovi lati di noi stessi e degli altri.
Perché non pensare a una gestione creativa dei conflitti?
E cosa c’è di meglio del Cerchio per affrontare un conflitto?
La figura geometrica del Cerchio ha in questa fase epocale la possibilità di entrare con più forza nella vita quotidiana: nella progettazione urbanistica, nel disegno degli spazi pubblici, nell’arredamento dei luoghi d’incontro e nel design di prodotti e oggetti. Mettersi a Cerchio significa mettersi sullo stesso piano, potersi vedere negli occhi, essere più partecipi dell’evento, intervenire superando le asimmetrie che una cattedra o una geometria unidirezionale comportano.
Insomma, il Cerchio nella progettazione sociale facilita la pratica della democrazia.
Questo libro rappresenta un contributo prezioso e concreto nella riprogettazione degli spazi relazionali. È ispirato dalle fonti più autorevoli dei nativi americani secondo le quali la via del Cerchio è la via del cuore. Esserne pienamente consapevoli rende possibile creare un’armonia tra il battito del nostro cuore, il nostro cervello e il ritmo vitale della Terra.
Quando ci ritroviamo insieme in un Cerchio ci sentiamo nel posto giusto e in armonia con la nostra natura. (Manitonquat)
Sottotitolo | Manuale per favorire il dialogo e la democrazia nei gruppi |
---|---|
Autore | S. Journò, E. Maddaloni |
Anno di pubblicazione | 2012 |
Pagine | 56 |
Collana | partenze partenze... per educare alla pace |