Sul filo del limite
Quali interventi migliorano le condizioni di vita fin da bambini di persone con ritardo mentale e gravi problemi del comportamento? Occorre seguire i desideri espressi, anche se inadeguati all’ambiente, oppure occorre lavorare per modificarli? E soprattutto, vale la pena di intervenire dal punto di vista educativo oppure gli interventi “giusti” sono il soddisfacimento dei bisogni primari e la tutela della salute fisica?
La risposta è affermativa: possono esserci, nella vita di tutti, fatiche che vale la pena di fare in favore di un miglioramento sensibile del benessere. Apprendere possibilità di scelta e possibilità di comunicazione consente di costruire, affinare o mantenere relazioni educative vive, che aprono a possibilità di crescita altrimenti precluse.
Coniugando elementi esperienziali e teorici, questo volume offre una definizione del lavoro educativo con le persone con ritardo mentale grave e difficoltà nel comportamento, suggerendo anche concrete ipotesi di lavoro.
Occorre rispettare il paradigma, la configurazione individuale con cui ciascuno nasce, nella ricerca di uno sviluppo e di un benessere ricercati e accolti dalla persona stessa.
Lo sviluppo della persona non procede linearmente, come su un binario ferroviario, attraversando stazioni predeterminate in orari prestabiliti, fino all’arrivo. Vi sono spinte in avanti, regressioni, a volte si prendono strade secondarie per poi tornare su quella principale o abbandonarla del tutto.
Non bisogna correre il rischio di anteporre gli apprendimenti all’educazione, le capacità al loro uso, gli strumenti alla comunicazione: invece che vedere la luna, vedremmo soltanto il dito che la indica.
Sottotitolo | Ben-essere e apprendimento con persone in difficoltà |
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Autore | E. Pozza, L. Ughetto Budin |
Anno di pubblicazione | 2013 |
Pagine | 144 |
Collana | partenze partenze... per educare alla pace |